Corpo e atteggiamenti
Dopo l’articolo introduttivo del 27 maggio dal titolo “Movimento consapevole: sperimenta e conosci te stesso” oggi continuo il mio viaggio di consapevolezza del corpo e ti porto con me. Ormai, se fai lezione con me, sai che il motto è “non importa cosa ti dico di fare io, ma cosa senti tu, cosa percepisci nel tuo corpo: cosa ti sta dicendo il tuo corpo?”.
La mancanza di informazioni sul nostro corpo, le sue esperienze e capacità di apprendere attraverso il movimento durate il periodo scolastico sono a dir poco imbarazzanti: massimo 2 ore di attività motoria a settimana da un lato e ben 5 ore per 6 giorni a settimana seduti…ma siamo nati per stare seduti? Ma allora perchè abbiamo le gambe? Non solo: cosa accade durante tutte quelle ore seduti? Cosa accade quando finalmente posso tornare a camminare, muovermi, cosa ho voglia di fare? Con gli anni, restando seduti e fermi, perdiamo la capacità di percepire il corpo, le sue sensazioni, i suoi messaggi…ma come e perché accade che progressivamente riduciamo le nostre capacità di ascolto del corpo? Da bambini l’obiettivo è controllare l’ambiente circostante ed il corpo, manipolarlo migliorando la coordinazione, l’efficienza, facendo esperienza del mondo circostante attraverso il proprio corpo. Nell‘adolescenza si comincia a conformarsi a determinate immagini esteriori e canoni di bellezza socialmente accettati: il corpo deve rispondere a norme sociali, culturali e religiose. Da giovani adulti si continua a ricercare un aspetto attraente. Da adulti maturi si comincia a mascherare il processo di invecchiamento più o meno in atto, da “over” ci lamentiamo dei dolori, come se il corpo ci avesse tradito o come se fosse ormai inevitabile e “normale” essere ammalati…ma quando ci dedichiamo tempo per sentirci bene nel nostro corpo? Quanto comunichiamo con lui? Sappiamo ricercare piacere nel movimento oltre che efficienza o capacità fisica? Il movimento è solo estetica? Il nostro corpo ha un suo modo di funzionare, di dirci cosa sta accadendo, e ci sono attività che ci consentono di apprendere quel linguaggio dimenticato per intrecciare un dialogo con il nostro corpo che può portare solo buoni frutti, ovvero salute e benessere.
Oggi ti propongo un gioco che faccio spesso con i bambini durante le lezioni di Yoga, si chiama “Grazie corpo!” ed è una forma di riposo costruttivo. Sdraiati supino sul pavimento in un luogo caldo e appartato. Chiudi gli occhi. Distendi le gambe e lascia che i piedi cedano leggermente verso l’esterno abbandonati. Anche le braccia lungo i fianchi hanno il palmo rivolto verso l’alto e sono rilassate. Rimani per alcuni respiri in questa posizione, poi porta le mani sopra la pancia, vicino all’ombelico e comincia il rilassamento.
“Con le mani sull’ombelico, senti come il tuo respiro muove la tua pancia come le onde del mare: quando l’aria entra la pancia sale, quando l’aria esce la pancia scende. Ascolta ancora per un po’ le onde del tuo respiro. Ora immagina di essere un sassolino sul fondo di un ruscello di montagna, sei lì da così tanto tempo che ormai sei tutto appoggiato al suolo, alla terra, pesantemente, proprio come un sasso. Senti l’acqua fresca che passa sulla fronte e porta via tutto ciò che non serve, come pesciolini portati dalla corrente i pensieri scivolano via. Attraverso l’acqua trasparente vedi le montagne, gli alberi e anche le aquile. Osservi il cielo, il sole e le nuvole…all’improvviso il sasso, pesante, desidera diventare come la nuvola, vorrebbe poter viaggiare leggero come lei: come fa? Cerca un pensiero felice, gli da un colore (non forzare, lascia che il tuo corpo scelga, potrebbe essere un colore che non prevedevi, potresti non vederlo ma vedere un oggetto con quel colore, accogli e sperimenta). Ora immagina che ogni volta che respiri il colore entri dal naso e riempia via via tutto il tuo corpo lasciando uscire la pesantezza, la tristezza, la rabbia, tutto ciò che non serve. Partiamo: si colorano i piedi,… le gambe,… le ginocchia,… le cosce,… il bacino,… la pancia: senti com’è bello avere la pancia piena di felicità! Riempie la colonna,… la gabbia toracica,… lo sterno,… i polmoni,… il cuore…oh! Com’è bello avere il cuore pieno di felicità!… Riempie le mani,… i polsi,… le braccia,… le spalle…com’è bello abbracciare la felicità!…Riempie il collo e la gola,… così dalla nostra bocca potranno uscire solo parole felici e gentili. Riempie la faccia,… gli occhi,…le orecchie,…la fronte,…il naso,…i capelli,…entra nella testa e riempie il cervello e…che magia! Quando il pensiero felice riempie il cervello non c’è più spazio per la paura, la tristezza, la rabbia! Ringrazia il tuo corpo per questo viaggio…ringrazia i piedi,… le gambe,… le ginocchia,… le cosce,… il bacino,… la pancia…ringrazia la colonna,… la gabbia toracica,… lo sterno,… i polmoni,… il cuore…ringrazia le mani,… i polsi,… le braccia,… le spalle…ringrazia il collo e la gola,… ringrazia la faccia,… gli occhi,…le orecchie,…la fronte,…il naso,…i capelli,…ringrazia il cervello. Resta ancora per qualche respiro in compagnia del tuo pensiero felice e del tuo grazie, quando vorrai, stiracchiati come quando ti svegli la mattina, girati sul fianco e apri gli occhi”.
Come stai ora? Chiudere gli occhi accentua la consapevolezza degli latri sensi, quando rilassiamo il senso della vista, possiamo vedere (e sentire) in modo diverso. Buona pratica e buon cammino.