Anahata: trovare l’equilibrio in amore
Questo chakra afferma il diritto fondamentale del nostro cuore: amare ed essere amati. Quando il nostro cuore riesce in questo, guarisce, quando il nostro cuore guarisce, mente e corpo, il sé e l’altro vengono unificati in un’unità integra. L’amore è il punto centrale del nostro viaggio. Nel secondo chakra abbiamo incontrato la nostra ombra, l’abbiamo integrata trovando energia per l’individualizzazione del terzo chakra. Ora che siamo individui con un potere, ci troviamo ad incontrare l’altro: sarà un incontro o uno scontro? Sicuramente è nell’incontro con l’altro e con l’amore che possiamo immergerci dentro noi stessi per spartire i nostri doni, confrontarci e sviluppare la nostra natura più profonda. Nell’amore possiamo rivelare e integrare la nostra ombra, le nostre parti più profonde e nascoste, e solo quando saremo stati accolti potremo aprirci preparando il terreno per l’espressione di sé del quinto chakra.L’amore e l’attenzione per l’altro inizia quindi da un vero amore, accoglienza e conoscenza di se stessi: come possiamo infatti mantenere l’equilibrio tra noi stessi e gli altri se ci manca l’equilibrio interno? Come possiamo trattare un altro con rispetto, se abusiamo di noi stessi? Come fare? Una delle vie primarie dell’equilibrio del chakra del cuore è quella dell’equilibrio fra mente e corpo: quando impariamo a decifrare i messaggi del corpo, gli impulsi vengono integrati in sistemi di pensiero, le sensazioni diventano pregne di significato. È l’auto-riflessione che ci consente di fare esperienza del nostro corpo. In questa auto-riflessione impariamo ad accogliere e mettere insieme gli opposti, non eliminando ciò che non ci aggrada, ma portando luce nel lato poco sviluppato. Se nel terzo chakra il dilemma era fra trattenere e lasciar andare, qui è fra protendersi e accogliere. La paura del rifiuto blocca le braccia, blocca il chakra del cuore in modi diversi:
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se il petto è pieno e rigonfio, c’è paura di protendersi e arrendersi, forse anche un po’ di narcisismo;
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se il petto è infossato, c’è invece incapacità di accogliere e nutrire se stessi, forse per un rifiuto del passato (per il bambino è più facile smettere di protendersi, che lanciarsi e trovare il vuoto).
Quando il nostro cuore è pesante di dolore, si apre con difficoltà, persino respirare diventa difficile. Quando invece troviamo il modo per esprimere il dolore, le lacrime che scivolano dagli occhi non sono altro che quel ghiaccio che si scioglie alleggerendo il cuore rendendo il respiro più profondo. E quando veniamo a patti con il nostro dolore incontriamo la compassione: un ottimo compagno di viaggio nell’incontro dell’altro.
Questa scelta fra protendersi e accogliere, ci mette di fronte ad un altro grande dilemma: attaccamento o libertà? L’anima ha bisogno di attaccarsi, trova sicurezza nel corpo, nella familiarità, nella permanenza. Ma lo spirito invece odia le limitazioni e le costrizioni, odia essere schiacciato. Ecco che in una relazione sana c’è bisogno di entrambi, di libertà ed impegno. E questo ci pone di fronte all’identità che si sviluppa in questo chakra, ovvero l’identità sociale: come mi muovo nel mondo per ottenere amore e approvazione sociale? Il bambino lo impara per imitazione nell’età che va fra i 4 e i 7 anni nelle dinamiche familiari: egli assumerà dei ruoli che possono essere quello del bravo bambino, del clown, dell’eroe ma tali ruoli potrebbero, con il tempo, diventare un abito usato per tutta la vita. Ma quali sono le ferite che vengono inflitte a questo chakra e che tipologia di personalità creano per tamponare il dolore?
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Il bambino di 4/7 anni è ancora aperto e libero da armature, totalmente dipendente dalle persone che si prendono cura di lui. Se viene ignorato o fatto vergognare proprio con le persone che per lui sono più importanti, porterà questa sensazione nel rapporto interiore con se stesso. La sua voce interna diventerà critica, auto-svalutante creando un circolo vizioso di auto-svalutazione.
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Il modo in cui ci trattano da bambini ci insegna il valore che abbiamo come esseri umani: se non siamo stati sufficientemente amati, se siamo stai abusati o se ci hanno fatto sentire indegni d’amore, ci sentiremo degli oggetti perdendo l’amore per noi stessi.
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Il nostro bambino vergognoso, in base alle dinamiche familiari interiorizzate, cercherà di ricreare l’ambiente familiare per acquistare coscienza di quelle relazioni all’interno di se stesso.
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Il rifiuto, ferita tremenda per il cuore, potrà creare due personalità per distinte: arrabbiata o rattristata.
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IL CARATTERE RIGIDO: costretto a sorvolare sui propri bisogni di amore, cercano di realizzarsi in ogni modo, certi che l’ammirazione sia simile all’amore, essere ammirati e riconosciuti sembra ripagarli delle attenzioni non avute. Ma tutto questo non offre vera soddisfazione o guarigione, non nasce un vero amore per il sé autentico: per quanto grandi siano i risultati la sensazione è di non averne mai abbastanza, di non fare mai abbastanza. Cosa fare? Scendere a cercare quel bambino arrabbiato che si muove alla ricerca della realizzazione e dirgli che va bene così, che lo accettiamo così com’è.
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IL CARATTERE ISTERICO: poiché ha ricevuto attenzioni solo in situazioni estreme, si esprime sempre in modalità teatrali, mutevoli e cariche di energia. Si identifica soprattutto con la sua identità sociale ed emotiva che difende ad ogni costo. Ha imparato ad aprire e chiudere il chakra del cuore rapidamente in base alle situazioni per apparire affascinante e soddisfatto di sé. Temono così tanto il rifiuto che possono chiudere le relazioni per primi per non essere rifiutate.
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Il chakra del cuore si cura lavorando su:
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l’auto-accettazione,
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la famiglia interiore,
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prendendosi cura di sé, del proprio respiro,
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attraverso il perdono.
Se vuoi approfondire questo chakra, in attesa dell’ultimo articolo dove darò alcuni suggerimenti su come mantenerlo integro, puoi leggere il primo articolo. Ti ricordo poi tutti gli articoli scritti sui chakra e che, fra qualche mese, potrai leggere il primo articolo sul quinto chakra, quello della gola. Per qualsiasi dubbio o desiderio di provare, sai che ti puoi rivolgere ai nostri insegnanti: Giada e Valentina. Puoi anche partecipare ad un corso di Yoga, ne abbiamo tanti fra cui scegliere sia a Cittadella che a San Martino di Lupari.