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07
10
2019

Auto-posture: riequilibra i tuoi muscoli

Scritto da Giada Tessari 0

Da tempo si sente parlare dell’importanza di fare sport e un po’ alla volta le persone lo stanno capendo: è facile vedere amiche che camminano o corrono la mattina o nel pomeriggio, file di ciclisti verso qualche cima, chi gioca a tennis o si fa qualche bracciata al mare o in piscina.

Ma non è sufficiente.

“Come?” dirà qualcuno fra voi. No, non è sufficiente perché il nostro corpo è una macchina speciale, formato di articolazioni che muovono elementi rigidi (le ossa) attraverso i muscoli. Ma non tutti i muscoli sono uguali e vanno allenati allo stesso modo.

I due terzi della nostra muscolatura appartengono alla così detta “muscolatura della statica”: in pratica lavorano per tenerci fermi ma in equilibrio, senza cadere in avanti o di lato o all’indietro, per consentire al respiro di muoversi nel corpo senza oscillazioni o cadute. Questi muscoli, che ci ergono contro la gravità, sono fibrosi e con un forte tono. Questo avviene perché in realtà non si riposano mai. All’altro terzo appartengono i muscoli della dinamica, che hanno poco tono. Questo avviene perché una volta terminata la loro contrazione, visto che non sono indispensabili alla posizione eretta, si decontraggono naturalmente. Accade così che i primi (come ad esempio erettori spinali e polpacci) siano affaticati perché costantemente sollecitati dalla forza di gravità che li rende anche ipertonici, rigidi e in accorciamento. I secondi invece, senza un’attività fisica specifica e ben bilanciata, tendono al rilassamento.

Ora, quando facciamo sport, qualsiasi sia l’attività fisica che decideremo di fare, andremo a sollecitare entrambe le tipologie di muscolatura, sia quella della statica che quella della dinamica. Attenzione però perché ciò che è bene per la dinamica potrebbe non esserlo per la statica: i muscoli già accorciati non faranno che peggiorare la loro situazione. L’attività costante e ripetitiva dell’attività dinamica, porta ad un accorciamento dei muscoli statici e, con il tempo, ad una compressione sulle articolazioni oltre ad una rigidità della muscolatura dei muscoli inspiratori con conseguente diminuzione della ventilazione.

Che fare?

Al fine di ogni allenamento, o in attività specificamente dedicate alla postura, occorre procedere alla cancellazione dei compensi che ogni persona crea quotidianamente ( e che si sommano nel tempo dando origine a vizi posturali). Saper riconoscere quali sono le nostre catene muscolari più rigide è la base per ogni miglioramento, dopodiché si passerà al riequilibrio della struttura. Successivamente sarà necessario far lavorare i muscoli della statica in allungamento, tenendo conto che i muscoli sono fra di loro collegati in catene fasciali o miofasciali e viscerali, che rende la loro forza maggiore. Quindi, se si vogliono allungare, senza che compensino la lunghezza all’interno della catena, va messa in tensione tutta la catena. Ed eccoci quindi arrivati al bellissimo lavoro sulle auto-posture che tanto utilizziamo nelle lezioni di Postural, di Postural Pilates, di Miofasciale e nelle schede in sala. A questo punto mi sento obbligata a dire, per esperienza pratica, che chi segue lezioni di Yoga esegue spesso delle auto-posture senza esserne consapevole!

Ecco le nostre catene secondo Souchard:

  • catena principale della statica posteriore. Ci mantiene eretti contro la forza di gravità. La sua retrazione può dare come patologie: dolori lombari, dorsali o cervicali, strappi al gluteo e alla muscolatura posteriore della coscia, distorsioni alla caviglia.
  • Catena principale della statica anteriore. È fondamentale nella respirazione per il suo ruolo sul torace e sul diaframma, ma anche sui flessori dell’anca e sugli adduttori. Un suo accorciamento porta la testa in avanti,curva il dorso, arrotonda le spalle, avvicina le ginocchia, le ruota all’interno e appiattisce i piedi.
  • Ci sono poi delle catene secondarie:
    • la catena antero-interna della spalla. La sua retrazione impedisce alle braccia di sollevarsi o di aprirsi liberamente.
    • La catena superiore della spalla, la cui ipertonicità solleva esageratamente le spalle.
    • La catena anteriore del braccio, la cui ipertonicità limita tutti i movimenti in estensione di gomito e dita della mano.
    • La catena antero-interna delle anche, che accentua l’arco lombare, bascula il bacino i avanti e limita l’abduzione dei femori.
    • La catena laterale delle anche, che lavora sulle ginocchia.

Cosa propone Souchard come “cura”? Le auto-posture, quattro in tutto. Ve le presenterò nel prossimo articolo.